
Le curve napoletane disconoscono ogni paternità del volantino diffuso ieri, in cui si anticipava la notizia (reale) del divorzio dalla tifoseria genoana. E precisano i motivi dell’addio: “La nostra passione non più univoca e coesa come nei precedenti lustri dove ci accomunavano nemici e valori”
Rottura dello storico gemellaggio Napoli-Genoa, arriva l’autentico comunicato degli ultrà azzurri. Un volantino firmato da Curva A e Curva B, dopo aver disconosciuto quello diffuso ieri, che anticipava l’annuncio del divorzio. Non un semplice formalismo, per la mentalità ultrà. Il primo comunicato riportava una notizia vera, nella sostanza, ma senza alcun avallo dei vari gruppi della tifoseria. Un affronto, perpetrato da ignoti “cani sciolti”, ai delicati equilibri della galassia curvaiola. Il testo ufficiale ricorre ad un preambolo, per smentire la paternità del precedente scritto, sinora apocrifo. “Affidiamo a questo comunicato – si legge-, la volontà di interrompere il rapporto di amicizia che ci ha visti legati al popolo genoano per circa 40 anni, ribadendo che questo è l’unico modo di comunicare, universalmente riconosciuto nel nostro mondo, e rappresenta, insindacabilmente, la sola voce delle nostre gradinate, prendendo in modo irrevocabile le distanze da precedenti comunicati o dichiarazioni virtuali di singoli che non rappresenteranno MAI il nostro pensiero”. Esaurita la premessa, il volantino spiega le ragioni della rottura, in parte percepibili dal falso comunicato. A decretare la fine del lungo gemellaggio, un progressivo logoramento dei rapporti. Un allontanamento non alieno da autocritiche dei tifosi napoletani. Ma con un punto di approdo preciso, la classica goccia: lo striscione esposto dai rossoblu al Ferraris, durante l’ultimo Genoa-Inter, per onorare la memoria dell’ultrà interista Daniele Belardinelli. Una tragica fine, coincisa però con i cruenti scontri di Inter-Napoli, dove il tifo napoletano denuncia un’imboscata. E prima dello sgarbo genoano, tra le righe emerge altro. L’allusione criptica ai “nemici” rimanderebbe all’avvicinamento tra tifosi del Grifone e curva dell’Udinese. E tra friulani e napoletani, si sa, non corre buon sangue.
“40 anni non si cancellano con un colpo di spugna, ma – afferma il volantino – consapevoli delle reciproche manchevolezze, in ultima la scelta di esporre striscioni per nemici deceduti ma che tuttavia stavano tendendo un vile agguato (mal riuscito) a dei loro gemellati. Dobbiamo fare i conti con dei rapporti personali non più estesi ai rispettivi gruppi e avanzare alcune perplessità sul modo di vivere la nostra passione non più univoca e coesa come nei precedenti lustri dove ci accomunavano nemici e valori”. La chiusura è quasi una formula di stile. “Il pezzo di strada fatto insieme – precisano le curve azzurre – non lo rinneghiamo, e non cancelleremo i momenti trascorsi insieme così come non abbiamo la pretesa che si interrompano i rapporti personali sociali e cittadini costruiti nel tempo ma intendiamo congelare il proseguimento di un cammino comune e condiviso visto che sono venuti a mancare i presupposti per una fratellanza riconosciuta nelle rispettive curve”. Il comunicato, tuttavia, si conclude con l’omaggio al martirologio condiviso, ricordando Vincenzo Spagnolo e Ciro Esposito, vittime del tifo omicida: “Spagna Vive!! Ciro Vive!!”. Insomma: lasciamoci così, senza rancore (forse).