Disastro del Faito, quattro indagati per la caduta della funivia

Sotto esame i dispositivi di emergenza e le procedure di manutenzione dell’impianto. “Piena fiducia da parte di Eav, a tutti i livelli, nella magistratura e massima collaborazione con gli inquirenti – come sempre, com’è giusto e come ovvio che sia – per accertare la verità e le eventuali responsabilità”, ha affermato in serata il presidente e ad dell’Eav, Umberto De Gregorio

La Procura di Torre Annunziata ha iscritto quattro funzionari dell’Ente Autonomo Volturno nel registro degli indagati, in relazione al crollo della cabina della funivia del Faito avvenuto il 17 aprile scorso. L’incidente ha provocato la morte di quattro persone e il ferimento grave di un giovane turista, tuttora ricoverato in prognosi riservata. Le ipotesi di reato sono disastro colposo e omicidio colposo plurimo in forma continuata.

Gli indagati sono Marco Imparato (responsabile esercizio e manutenzione della funivia), Pasquale Sposito (direttore operativo), Giancarlo Gattuso (dirigente infrastrutture) e Pasquale Di Pace (capo impianto). Il provvedimento arriva in vista del conferimento dell’incarico per l’esame autoptico irripetibile, fissato per giovedì 24 aprile, su disposizione dei sostituti procuratori Giuliano Schioppi e Alessandra Riccio, coordinati dall’aggiunto Cilenti e dal procuratore capo Nunzio Fragliasso.

Piena fiducia da parte di Eav, a tutti i livelli, nella magistratura e massima collaborazione con gli inquirenti – come sempre, com’è giusto e come ovvio che sia – per accertare la verità e le eventuali responsabilità“, ha affermato in serata il presidente e ad dell’Eav, Umberto De Gregorio

Fune ancora agganciata al momento della caduta: focus su componenti meccanici e sicurezza passiva

Secondo le prime ricostruzioni tecniche, la cabina sarebbe precipitata pur essendo ancora agganciata alla fune portante-traente. Questo elemento, di estrema rilevanza tecnica, orienta le indagini verso un possibile cedimento strutturale della fune o un’anomalia nel sistema frenante di emergenza. Mentre la cabina a valle ha risposto correttamente ai sistemi di sicurezza arrestando la corsa, quella coinvolta nel disastro ha continuato la sua traiettoria regressiva, senza che i freni automatici intervenissero.

La presenza di un macchinista a bordo – Carmine Parlato, tra le vittime – potrebbe indicare che l’impianto fosse in esercizio regolare e non in fase di manutenzione o collaudo. Tuttavia, è emerso che una verifica settimanale programmata doveva essere eseguita proprio il giorno precedente all’incidente. Gli inquirenti intendono accertare se tale attività sia stata svolta e con quali esiti.

In programma un nuovo sopralluogo tecnico

Nella giornata di domani è previsto un nuovo sopralluogo sul tracciato dell’impianto da parte dei consulenti tecnici nominati dalla Procura, congiuntamente a magistrati, Polizia giudiziaria e personale del Soccorso Alpino. L’ispezione riguarderà il punto esatto della caduta della cabina e l’intero percorso della funivia, inclusi i sistemi di ancoraggio e frenatura, le centraline di controllo e il quadro comandi.

Maltempo escluso come causa: si indaga sull’efficienza dei sistemi di sicurezza

L’ipotesi che l’evento possa essere stato provocato dal maltempo è stata considerata residuale, anche dallo stesso ente gestore. Sebbene nelle ore precedenti al disastro fossero presenti condizioni meteorologiche avverse, i danni osservabili (alberi abbattuti e rami spezzati) non appaiono compatibili con un evento capace di compromettere la stabilità della fune o delle cabine.

Rimane centrale l’analisi del sistema frenante passivo, che avrebbe dovuto attivarsi in caso di perdita di tensione o di controllo sulla trazione. Gli accertamenti dovranno inoltre valutare l’efficacia delle procedure di emergenza, inclusa la tempestività nell’attivazione dei soccorsi e nella comunicazione con la centrale operativa.

Familiari delle vittime si costituiscono parte civile

Attraverso l’avvocato Hillary Sedu, i familiari dei fratelli Suliman – uno deceduto, l’altro gravemente ferito – hanno formalizzato la volontà di costituirsi parte civile, chiedendo accertamenti rapidi e trasparenti sulla dinamica dell’evento e sulle eventuali responsabilità.

L’inchiesta entra ora in una fase decisiva: l’esame autoptico e gli accertamenti tecnici irripetibili rappresenteranno un momento fondamentale per chiarire se il disastro sia stato causato da un errore umano, da un’omissione nelle attività di controllo e manutenzione, o da un guasto strutturale improvviso e non rilevabile.

Alma

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest