Caserta, finisce l’era Marino: ora tocca ai cittadini scrivere il futuro

Assemblee, presidi e proposte dal basso: movimenti e associazioni vogliono riscrivere il destino della città

Lo scioglimento del Comune di Caserta per infiltrazioni camorristiche, deciso dal Consiglio dei Ministri nel giorno del Venerdì Santo, è stato un colpo duro per la città. Ma nelle ore in cui si diffonde lo sconcerto, una parte della società civile si organizza. E prova a trasformare la ferita in una spinta al cambiamento.

Due iniziative sono già in calendario. Il Centro sociale ex Canapificio, insieme a una rete di associazioni, ha convocato una assemblea pubblica per il 30 aprile. I movimenti politici Caserta Decide e Speranza per Caserta, invece, annunciano un presidio per il 10 maggio. Due tappe di un percorso che punta a costruire una proposta collettiva, dal basso, per una nuova Caserta.

La nostra città – scrivono Caserta Decide e Speranza per Caserta in una nota – è stata strutturalmente abbandonata. L’amministrazione Marino ha lasciato solo macerie: beni comuni trascurati, cantieri infiniti, politiche sociali inesistenti, nessun Piano Urbanistico Comunale. Serve una Primavera Casertana, una mobilitazione popolare anticamorra per chi crede nel riscatto di questa terra”.

A parlare è anche il consigliere comunale Raffaele Giovine, figura di riferimento per le opposizioni di sinistra, che in questi anni ha più volte denunciato l’isolamento delle minoranze e il mancato ascolto da parte della giunta. Giovine è stato addirittura denunciato per aver piantato alberi in città e identificato durante un presidio in seguito agli arresti dello scorso giugno. “L’amministrazione ha sistematicamente tagliato i ponti con la società civile”, si legge ancora nella nota.

Dura anche l’analisi del Centro sociale ex Canapificio: “Per anni le proposte delle nostre associazioni sono state ignorate o accolte con sufficienza. Ora, forse, scopriamo il perché di quei silenzi: interessi opachi hanno avuto la meglio sul bene comune. Ma oggi è il tempo di una riflessione collettiva, profonda”.

Nel loro comunicato, le associazioni ricordano le battaglie portate avanti negli ultimi anni: la riqualificazione delle case popolari di Via Trento attraverso il Pinqua, il no al parcheggio in Via Feudo San Martino, la richiesta di rendere inedificabile l’area del Macrico, l’apertura di spazi verdi e sociali come le villette di Via Acquaviva e Via Arno, i progetti di utilità collettiva per i percettori del Reddito di Cittadinanza, il Piedibus per le scuole, e la valorizzazione dell’ex Onmi come spazio di accoglienza.

Ora, dopo lo scioglimento del Comune, Caserta è affidata a una commissione straordinaria prefettizia. Le elezioni arriveranno solo al termine del commissariamento. Ma c’è già chi vuole farsi trovare pronto.

Non vogliamo tornare alla normalità di prima – spiegano gli attivisti – vogliamo costruire una città nuova, più giusta, trasparente e partecipata. Senza opacità, senza compromessi, senza paura”

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