
Fioccano le prime denunce
A Napoli la Cassa edile e qualche sindacato di categoria sono finiti nella bufera. Decine di lavoratori del settore edilizia aderenti all’ente bilaterale ubicato nel Centro Direzionale si sarebbero ritrovati tesserati, a loro insaputa, ad un’organizzazione sindacale subendo trattenute di circa 180 euro annui. Sarebbe stato utilizzato un elenco di operai iscritti alla Cassa, beneficiari di accantonamenti riguardanti i ratei di tredicesima mensilità, le ferie e altre assistenza. Spettanze che non vengono elargite per la mancata comunicazione alla Cassa delle coordinate bancarie dei conti correnti. L’elenco nominativo e l’indirizzo dei beneficiari, le somme spettanti sarebbe stato utilizzato da una nota organizzazione sindacale per fare proselitismo in maniera ingannevole utilizzando metodi poco ortodossi. “Ho ricevuto una lettera di un sindacato che mi invitava presso la loro sede. Mi sono presentato e ho appreso con enorme stupore che da quattro anni mi spettavano circa 1200 euro riguardanti la tredicesima mensilità. Il sindacalista mi ha fatto firmare tre documenti chiedendomi di fornire il codice Iban – spiega Giuseppe, 36 anni operaio di Portici – A fine mese ho ricevuto 1000 euro, con una trattenuta sindacale di 120 euro. Una trattenuta che non ho mai autorizzato”. E circolano con insistenza voci di scontri all’interno del sindacato. Sembra che nelle ultime ore siano volati stracci. E sarebbero state presentate le prime denunce da parte dei lavoratori. Singolare e sorprendente la funzione assunta dalla dirigenza della Cassa Edile di Napoli che non ha provveduto ad esercitare un serio controllo. Come sono finiti gli elenchi dei lavoratori senza codice Iban al sindacato, ignorando la legge sulla privacy che protegge in primis i dati sensibili dei lavoratori? A quanto pare ammonterebbe a circa 3 milioni di euro le spettanze accantonate in Cassa e non accreditate ai lavoratori per “la mancata comunicazione delle coordinate bancarie”. Veri e propri “conti dormienti” che alimentano interessi bancari. Eppure, l’ente potrebbe semplicemente inviare una nota a mezzo raccomandata o telegramma ai lavoratori convocandoli a scaglioni presso la sede del Centro Direzionale per regolarizzare le loro posizioni. Invece, i diritti si sono trasformati in favori. In Italia ci sono 120 casse edili, più di una per ogni provincia. Ogni cassa ha un consiglio di amministrazione composto mediamente da 20 persone, scelte tra i rappresentanti dei costruttori e i sindacati di categoria dei lavoratori Cgil, Cisl e Uil. Le imprese devono versare per ogni dipendente una percentuale che supera il 20% del reddito lordo degli operai e che varia per ogni provincia. Questi soldi tornano in gran parte direttamente ai lavoratori: ferie, tredicesima, etc. Una parte invece torna sotto forma di servizi: il vestiario, i libri scolastici per i figli.
Luigi Montella